Agenda 2024

Auditorium
Parco della Musica Ennio Morricone
Sala Santa Cecilia

14:00 – 15:00 registrazione
15:00 – 17:00 prima sessione
17:00- 18:00 break
18:00- 20:00 seconda sessione

Concept “Time”

Esistono molti modi per definire e sentire il tempo. Esistono sensibilità individuali, percezioni collettive, spiegazioni scientifiche e significati molteplici che l’umanità ha da sempre dato al tempo per attenuare o giustificare le proprie responsabilità e azioni. In questo riflettere, il tempo diviene anche strumento relativo, in contrasto con la sua stessa misurabilità, precisa, scientifica in quanto osservabile da diverse prospettive.

Per la filosofia greca il tempo è Chronos, cronologico e sequenziale, ove il passato ha il dovere di presupporre il futuro.
Il tempo è anche Kairos, “un tempo nel mezzo”, ovvero quell’istante di un periodo indeterminato nel quale “qualcosa” di speciale accade e, seppure nel nostro sentire quel tempo dura una frazione di secondo, questo secondo vale la pena di viverlo.
Il tempo è ancora altro, è Aion, ovvero “forza vitale”, “durata”, “eternità”; un tempo illimitato che non si ferma, che travolge tutto trasformando e ricreando. È il tempo trascendente e assoluto, opposto a Chronos.
E infine il tempo è Eniautos, ciclico, fisso e indefinito; quel tempo che ci ricorda lo scorrere della nostra età lungo i 12 mesi dell’anno, contro ogni relativa percezione della stessa.

Attraverso le quattro definizioni di tempo, cronologico, istantaneo, eterno e ciclico, l’umanità ha fatto le proprie scelte che hanno da sempre influenzato il destino dei posteri.

Oggi anche noi stiamo facendo le nostre scelte, quelle che viviamo e che disegneranno il futuro; perchè proprio il come progetteremo il futuro oggi, influenzerà il modo di vivere il tempo per i nostri figli, domani. Le scelte del modo di progettare, sentire e usare il nostro tempo, fatto di spirito e di materia, di progresso e cambiamento, incideranno sulla relazione tra le diverse identità umane e tra ciascun individuo e la società che lo accoglie, alla ricerca di una armonia appagante e duratura che contempli i diversi significati del tempo in coerenza con la loro originaria funzione.

Ma un nuovo tempo, non Chronos, non Kairos, non Aion e non Eniautos, è oggi di fronte a noi, a volte invisibile, ma presente come elemento caratterizzante della nostra epoca: si tratta di Kynikos, il tempo del cinismo, dove oggi siamo e che gli antichi greci non conoscevano, ma che forse se oggi fossero qui con noi sentirebbero il bisogno di raccontare, come noi oggi qui insieme a voi.

E nel frattempo ci chiediamo se le vere sfide di oggi siano quelle di trovare una nuova armonia tra i tempi del passato e le metriche del presente, tra le scelte dell’opportunismo e le responsabilità del continuo, tra il sentire comune di un tempo che scorre e il volerlo arricchire in ogni suo istante immobile, per renderlo degna e felice
memoria.

È questo il destino dell’umanità? da qui dobbiamo ripartire?
Benvenuti nel nostro viaggio nel tempo.

Emilia Garito
TEDxRoma Curator and Organizer
TEDx ItalianAmbassador

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Esistono molti modi per definire e sentire il tempo. Esistono sensibilità individuali, percezioni collettive, spiegazioni scientifiche e significati molteplici che l’umanità ha da sempre dato al tempo per attenuare o giustificare le proprie responsabilità e azioni. In questo riflettere, il tempo diviene anche strumento relativo, in contrasto con la sua stessa misurabilità, precisa, scientifica in quanto osservabile da diverse prospettive.

Per la filosofia greca il tempo è Chronos, cronologico e sequenziale, ove il passato ha il dovere di presupporre il futuro.
Il tempo è anche Kairos, “un tempo nel mezzo”, ovvero quell’istante di un periodo indeterminato nel quale “qualcosa” di speciale accade e, seppure nel nostro sentire quel tempo dura una frazione di secondo, questo secondo vale la pena di viverlo.
Il tempo è ancora altro, è Aion, ovvero “forza vitale”, “durata”, “eternità”; un tempo illimitato che non si ferma, che travolge tutto trasformando e ricreando. È il tempo trascendente e assoluto, opposto a Chronos.
E infine il tempo è Eniautos, ciclico, fisso e indefinito; quel tempo che ci ricorda lo scorrere della nostra età lungo i 12 mesi dell’anno, contro ogni relativa percezione della stessa.

Attraverso le quattro definizioni di tempo, cronologico, istantaneo, eterno e ciclico, l’umanità ha fatto le proprie scelte che hanno da sempre influenzato il destino dei posteri.

Oggi anche noi stiamo facendo le nostre scelte, quelle che viviamo e che disegneranno il futuro; perchè proprio il come progetteremo il futuro oggi, influenzerà il modo di vivere il tempo per i nostri figli, domani. Le scelte del modo di progettare, sentire e usare il nostro tempo, fatto di spirito e di materia, di progresso e cambiamento, incideranno sulla relazione tra le diverse identità umane e tra ciascun individuo e la società che lo accoglie, alla ricerca di una armonia appagante e duratura che contempli i diversi significati del tempo in coerenza con la loro originaria funzione.

Ma un nuovo tempo, non Chronos, non Kairos, non Aion e non Eniautos, è oggi di fronte a noi, a volte invisibile, ma presente come elemento caratterizzante della nostra epoca: si tratta di Kynikos, il tempo del cinismo, dove oggi siamo e che gli antichi greci non conoscevano, ma che forse se oggi fossero qui con noi sentirebbero il bisogno di raccontare, come noi oggi qui insieme a voi.

E nel frattempo ci chiediamo se le vere sfide di oggi siano quelle di trovare una nuova armonia tra i tempi del passato e le metriche del presente, tra le scelte dell’opportunismo e le responsabilità del continuo, tra il sentire comune di un tempo che scorre e il volerlo arricchire in ogni suo istante immobile, per renderlo degna e felice
memoria.

È questo il destino dell’umanità? da qui dobbiamo ripartire?
Benvenuti nel nostro viaggio nel tempo.

Emilia Garito
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Esistono molti modi per definire e sentire il tempo. Esistono sensibilità individuali, percezioni collettive, spiegazioni scientifiche e significati molteplici che l’umanità ha da sempre dato al tempo per attenuare o giustificare le proprie responsabilità e azioni. In questo riflettere, il tempo diviene anche strumento relativo, in contrasto con la sua stessa misurabilità, precisa, scientifica in quanto osservabile da diverse prospettive.

Per la filosofia greca il tempo è Chronos, cronologico e sequenziale, ove il passato ha il dovere di presupporre il futuro.
Il tempo è anche Kairos, “un tempo nel mezzo”, ovvero quell’istante di un periodo indeterminato nel quale “qualcosa” di speciale accade e, seppure nel nostro sentire quel tempo dura una frazione di secondo, questo secondo vale la pena di viverlo.
Il tempo è ancora altro, è Aion, ovvero “forza vitale”, “durata”, “eternità”; un tempo illimitato che non si ferma, che travolge tutto trasformando e ricreando. È il tempo trascendente e assoluto, opposto a Chronos.
E infine il tempo è Eniautos, ciclico, fisso e indefinito; quel tempo che ci ricorda lo scorrere della nostra età lungo i 12 mesi dell’anno, contro ogni relativa percezione della stessa.

Attraverso le quattro definizioni di tempo, cronologico, istantaneo, eterno e ciclico, l’umanità ha fatto le proprie scelte che hanno da sempre influenzato il destino dei posteri.

Oggi anche noi stiamo facendo le nostre scelte, quelle che viviamo e che disegneranno il futuro; perchè proprio il come progetteremo il futuro oggi, influenzerà il modo di vivere il tempo per i nostri figli, domani. Le scelte del modo di progettare, sentire e usare il nostro tempo, fatto di spirito e di materia, di progresso e cambiamento, incideranno sulla relazione tra le diverse identità umane e tra ciascun individuo e la società che lo accoglie, alla ricerca di una armonia appagante e duratura che contempli i diversi significati del tempo in coerenza con la loro originaria funzione.

Ma un nuovo tempo, non Chronos, non Kairos, non Aion e non Eniautos, è oggi di fronte a noi, a volte invisibile, ma presente come elemento caratterizzante della nostra epoca: si tratta di Kynikos, il tempo del cinismo, dove oggi siamo e che gli antichi greci non conoscevano, ma che forse se oggi fossero qui con noi sentirebbero il bisogno di raccontare, come noi oggi qui insieme a voi.

E nel frattempo ci chiediamo se le vere sfide di oggi siano quelle di trovare una nuova armonia tra i tempi del passato e le metriche del presente, tra le scelte dell’opportunismo e le responsabilità del continuo, tra il sentire comune di un tempo che scorre e il volerlo arricchire in ogni suo istante immobile, per renderlo degna e felice
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È questo il destino dell’umanità? da qui dobbiamo ripartire?
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